La Basilica di San Giovanni Battista di Monza, detta comunemente Duomo, ha molti e antichi privilegi: l'Arciprete gode delle insegne episcopali quali la mitra e l'anello, può indossare vesti violacee e la cappa magna, usufruisce dell'uso del baldacchino per la processione del "Santo Chiodo". Ma il privilegio maggiore è quello di avere proprie guardie armate, un corpo denominato "Alabardieri" dal tipo di arma in dotazione agli stessi.

AlabardieriQuesto onore è unico al mondo in quanto, oltre alla Guardia Svizzera in servizio al Vaticano a custodia del Sommo Pontefice, solo il Duomo di Monza può schierare delle guardie armate all'interno della Chiesa. La data certa della loro istituzione non si conosce e si perde nella notte dei tempi, dato che nell'editto di Maria Teresa d'Austria, del 1763, riguardante l'approvazione della nuova divisa degli alabardieri, si dice "l'immemorabile possesso di fare assistere le principali sacre funzioni da dodici uomini armati d'alabarda sotto la direzione di un capo". Non si conosce l'uniforme indossata prima dell'editto di Maria Teresa, ma quella approvata è ancora la stessa in uso oggi, ad eccezione del cappello, prima a tricorno, poi da Napoleone I sostituito con l'attuale feluca.

L'attuale uniforme di lana blu con filettature dorate è di foggia settecentesca, si compone di una lunga casacca e di pantaloni al ginocchio, la cintura porta fibbia con piccola riproduzione della Corona Ferrea, le calze sono color turchino ed uno spadino con elsa in ottone. Il servizio degli alabardieri è riservato solo alla messa pontificale delle 10,30 nelle grandi solennità quali l'Epifania, la Pasqua, il Corpus Domini, la natività di San Giovanni Battista (24 Giugno), il Santo Chiodo e il S. Natale.

In via straordinaria prestano il loro servizio anche in particolari occasioni, ad esempio la visita del Santo Padre nel maggio 1983, le visite dell'Arcivescovo di Milano, Card. Carlo Maria Martini prima, Card. Dionigi Tettamanzi poi, ma anche in occasione della visita del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti nel 1991. Fino agli anni cinquanta, come risulta da un diario dell'epoca, il picchetto riceveva una modesta ricompensa, prestava però servizio dalla messa dell'aurora, alle 6, fino all'ultima messa delle 18. Tra una funzione e l'altra, due guardie restavano di sentinella presso l'altare maggiore.

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